Documenti di espatrio e visti
Per i cittadini italiani che si recano in Israele è richiesto passaporto con validità residua di 6 mesi sino alla data di conclusione del viaggio.
Per soggiorni fino a 90 giorni non è richiesto alcun visto. All’arrivo a Tel Aviv viene rilasciato un foglio separato di colore azzurro su cui viene posto un visto d’ingresso turistico; va sempre tenuto con sé e serve anche per la richiesta di rimborso IVA sugli acquisti effettuati presso gli esercizi autorizzati. Tale foglio viene sostituito da uno in uscita dal Paese.
Se sul vostro passaporto esistono timbri d’ingresso in paesi arabi o del Magreb o dell’Iran, potrebbero esservi rivolte, all’ingresso, domande più approfondite sul motivo di viaggio in Israele.
Disposizioni Sanitarie
Non sono richieste vaccinazioni. Esistono limitazioni per l’ingresso di animali.
Clima
Israele gode di un clima prevalentemente secco con appena 40 giorni di media di pioggia all’anno. Bisogna comunque tener presente che si tratta di un Paese con quattro stagioni. L’estate va da aprile a ottobre, mentre il picco di umidità e caldo è a luglio e agosto. Autunno e inverno durano da novembre a marzo.
È possibile, anche se rara, la neve a Gerusalemme nel mese di gennaio.
Eilat, la città più meridionale gode di giornate di sole tutto l’anno.
Valuta
La valuta locale è lo shekel (ILS). 1 Euro sono circa 4 ILS. Non esiste limitazione d’importazione di valuta straniera. Le carte di credito, quali VISA, EUROCARD, MASTERCARD, DINERS CLUB e AMERICAN EXPRESS, sono accettate praticamente ovunque. L’Euro, così come i dollari americani vengono cambiati presso banche, uffici postali, hotels e uffici cambio autorizzati. La valuta israeliana può essere riconvertita in valuta straniera presso la banca dell’aeroporto Ben Gurion, sino ad un ammontare di usd 500,00.
È possibile prelevare ILS presso i bancomat autorizzati utilizzando la vostra carta di credito.
Fuso orario
+1 rispetto all’ora solare in Italia.
Elettricità
Tensione 220volt, 50hetz. Prese a due poli in uso in Italia, ma sono di uso comune anche prese tripolari.
Telefono e Accesso Internet
Il prefisso per chiamare Israele è 00972, seguito dal prefisso regionale di una cifra, senza lo 0 (Gerusalemme e Betlemme: 02; Eilat: 07; Haifa: 04; Tel Aviv: 03; Tiberiade e Nazareth: 06) e dal numero dell’abbonato di 6 o 7 cifre. Viceversa da Israele per l’Italia comporre 0039 seguito dal prefisso e numero dell’abbonato richiesto.
La copertura cellulari è presente in gran parte del Paese.
Possibilità di connessione wi-fi negli hotels delle principali città.
Lingua
La lingua nazionale è l’ebraico moderno e le lingue ufficiali sono l’ebraico e l’arabo. L’inglese, è la principale lingua di comunicazione con gli stranieri ed è parlata e compresa dalla maggior parte dei cittadini. Un notevole numero di israeliani ha una lingua madre diversa e la popolazione parla molte altre lingue, tra cui: russo, francese, spagnolo, amarico, etc.
Religione
La popolazione ebrea è divisa in parti uguali fra ashkenaziti, originari dell’Europa, e sefarditi, provenienti dal bacino del Mediterraneo. Gli ebrei originari dell’ex URSS rappresentano circa il 10% della popolazione d’Israele. Lo stato ebreo conta circa un milione di cittadini arabi, di cui una parte anche drusi. Il 95% degli arabi israeliani sono mussulmani sunniti e il restante 5% cristiani.
Popolazione
Il 75% circa è costituito da ebrei, il 21% circa da arabi e la differenza di altre estradizioni.
Cibi e bevande
La cucina israeliana è costituita sia da piatti tipici del medio oriente che da piatti portati dagli ebrei emigrati in Israele da tutto il mondo. La su cucina ha avuto, perciò, influenze varie, pur mantenendo ferma nell’esercitare il dovuto rispetto di ringraziamento per il cibo ricevuto. La cucina ebraica, pertanto, si distingue e si caratterizza dalle altre cucine dell’area mediterranea e medio orientale più per i propri rituali che come diversità di ricette. Da non dimenticare falafel, polpettine di ceci e legumi, più piccoli di quelli che generalmente si trovano in Medio Oriente; Hummus con la pita e i falafel, sempre di estradizione medio orientale; spremuta di melograno è un vero must della cucina in Israele; shakshuka, ovvero uov aaffogate nel pomodoro e spezie, di origine algerina o tunisina. La cucina israelo-Mizrahi è simile a quella araba per le carni arrostite, le paste dolci, i piatti con il riso, il pane, la pita e le insalate, salse e zuppe.
La cucina kosher non è la cucina tradizionale ebraica, ma quella che rispetta i dettami della religione ebraica sull’alimentazione.
Kosher signfica, infatti, adeguato o adatto: ciò che è kosher deve rispettare le regole alimentari stabilite dalla Torah, interpretate dall’esegesi nel Talmud e codificate nel Shullkan Aruk.
La ragione principale per rispettare i dettami kosher non è l’appartenenza al popolo ebraico, ma la fede e l’obbedienza alle regole religiose. Le 7 regole base dei cibi kasherut sono:
• Gli animali devono avere lo zoccolo fesso ed essere ruminanti. I maiali non rientrano in questo insieme e quindi non sono kosher
• I pesci devono avere sia le squame che le pinne. Crostacei, seppie, anguille non sono kosher.
• Polli, anatre, oche, tacchini sono tutti kosher; altri tipi d’uccelli no
• Gli animali devono essere macellati da un rabbino qualificato e il loro sangue deve essere drenato. L’etichettatura kosher deve essere ben visibile.
• La carne e i prodotti caseari non devono essere consumati insieme. Prima di passare da un alimento all’altro dovrebbe passare almeno il tempo della digestione.
• In una cucina kosher gli utensili per la carne devono essere separati da quelli che servono per formaggi e latticini.
• Le materie prime non devono contenere insetti o bachi: bisogna usare i pesticidi. In Israele, i terreni su cui si coltiva devono rimanere a riposo ogni 7 anni.
Acquisti
L’artigianato in legno d’ulivo e in madreperla è vecchio di secoli ed ancora oggi è usato per abbellire Bibbie, scatole, spille, etc. Da non dimenticare e di facile reperibilità a Safed, Gerusalemme e Jaffa, challah (pane tradizionale ebraico), matzah (pane azzimo), il candelabro a sette bracci che viene usato durante Chanukkah, una tazza Kiddush (quella usata durante lo Shabbat e altre festività religiose), mezuzah (oggetto rituale ebraico che separa la soglia di casa o dell’ambiente di lavoro dal resto del mondo e che contiene una pergamena con i primi due brani dello Shema), scialle da preghiera (bar/bat Mitzvah). Da non dimenticare, infine, un’intera gamma di prodotti minerali del Mar Morto, gioielli in malachite verde-blu (pietra di Eilat), spezie tipo l’issopo biblico, i datteri, miele e vini. Per acquisti effettuati per un valore superiore a USD 100,00 presso esercizi che espongono l’insegna del rimborso IVA, si può richiedere il rimborso dell’IVA stessa.
Mance
La mancia rientra sempre negli usi locali.
È bene sapere che
La settimana israeliana differisce da quella comunemente presente nella maggior parte dei Paesi nel mondo. I giorni feriali vanno da domenica a giovedì, mentre il venerdì e il sabato sono considerati fine settimana. La maggior parte delle aziende chiudono il venerdì fino al primo pomeriggio e prima dell’inizio del Sabbath ebraico, che inizia al tramonto del venerdì e termina poco dopo il tramonto del sabato.